19 Aprile, 2024

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Si può tornare a crescere

Si può tornare a crescere

Ancora una volta mi unisco all’ attenta analisi che Paolo fa del podismo ferrarese.
E’ tutto vero e tra le righe della tua lettera mi sembra di trovare anche il mea culpa del podismo nostrano.
Domenica 8 Marzo per la prima volta ho disertato quella che per me continua ad essere la “Vigarano maratona” per recarmi nella vicina città di Ravenna. Mentre percorrevo i dieci chilometri dello splendido percorso all’ interno del parco 2 Giugno, i miei pensieri erano paradossalmente gli stessi da te espressi. Il confronto con la nostra realtà è inevitabile.
Bene tu ora hai tracciato la diagnosi ed anche le cause ora occorre la cura, non possiamo rimanere li a guardare mentre si consuma questa lenta eutanasia.
Mi sento di proporre per primo una terapia anche se so che ad esprimersi per primi i rischi di errore sono magggiori.
Tutti gli organi di informazione indirizzano chiunque al movimento o ad una pratica sportiva, guerra all’obesità no al sedentario. Da qui possiamo partire noi, coinvolgendo amministrazioni locali e provinciali attraverso gli assessorati allo sport, turismo e salute, dobbiamo far si che quei pochi contributi che assegnano alle nostre gare diventino per loro un investimento sociale.
Per noi intendo società ma sopprattutto il nostro ente di affiliazione l’U.I.S.P.
Le amministrazioni si debbono assumere l’onere di una divulgazione totale su tutto il territorio provinciale dei programmi sportivi che possono coinvolgere le masse e che godono del patrocinio comunale.
Da parte nostra dobbiamo aprirci alla ricezione di persone che non conoscono l’ agonismo e che si avvicinano alla corsa solo per trarne un profitto salutare e per il piacere di stare insieme. non credo che in termini organizzativi ci costi molto, già ora le nostre gare comprendono sempre una camminata, basterebbe creare un calendario mirato che dia motivo di interesse turistico-naturalistico.
questo potrebbe essere un tentativo più o meno valido ma se non si tenta qualcosa il vuoto che lasciano le generazioni più giovani diventerà presto incolmabile.
Ciao
Gabriele Gardellini

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