18 Aprile, 2024

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A Rotterdam record italiano per la Straneo in maratona

A Rotterdam record italiano per la Straneo in maratona

Valeria Straneo con 2h23:44 ha stabilito domenica scorsa  a Rotterdam il record italiano della maratona. Sui 42,195km olandesi, l’alessandrina del Runner Team 99 è finita seconda alle spalle della 24enne etiope Tiki Gelana, vincitrice in un notevolissimo 2h18:58 (record nazionale), con la connazionale Merima Hasen al terzo posto in 2h25:48. La Straneo, 36 anni compiuti dieci giorni fa, riscrive così, dopo 12 anni, il primato nazionale di 2h23:47 che Maura Viceconte aveva realizzato il 21 maggio del 2000 a Vienna. Per l’azzurra, quest’anno già tricolore di mezza maratona alla RomaOstia (1h07:47) e prima alla Stramilano (1h08:48), si tratta di un progresso di 2 minuti e 49 secondi rispetto alle 2h26:33 corse a Berlino a fine settembre e che le avevano già permesso di scendere al di sotto del minimo olimpico (2h30:00) per Londra.

“Sono strafelice – le parole della Straneo al termine della sua impresa – E’ stata una gara contro il tempo e contro il vento. Tra il 19° e il 30° km ho avuto contro un vero e proprio muro d’aria con la conseguenza di continui strappi sull’andatura. Poi negli ultimi 10 km il tratto più veloce e le gambe giravano alla grande, quasi mi sembrava di volare! Ho chiuso in spinta e senza tutto quel vento del tratto precedente avrei potuto guadagnare qualcosa in più sul cronometro. Sensazioni positivissime, malgrado una nottata passata a rigirarmi nel letto pensando alla maratona. Alla vigilia nel record italiano un po’ ci speravo, anche se puntavo soprattutto a migliorare il risultato di Berlino. Sinceramente oggi fino al 37° km l’avevo ormai dato per perso, poi mio marito Manlio ha cominciato ad urlarmi che potevo ancora farcela e così è stata. Sono contenta anche perchè così il primato resta in Piemonte. La Viceconte (l’ex primatista è nativa di Susa, ndr) l’avevo incrociata una decina di anni fa ad una gara, ma mai avrei pensato un giorno di poter battere il suo record. Fino ad ora ero io la prima a stupirmi dei miei progressi, ogni gara era una nuova scoperta per me. Oggi, invece, inizio ad essere più consapevole di quanto valgo e di dove ancora posso arrivare. Per quello che mi riguarda a questo punto ritengo di aver fatto ampiamente la mia parte. A Londra ci penso e confido che ora per me l’Olimpiade sia davvero più vicina. Adesso, però, voglio finalmente concedermi un po’ di relax accanto ai miei cari. La lista delle persone da ringraziare sarebbe lunghissima, ma in cima metto senz’altro la mia famiglia e la mia allenatrice Beatrice Brossa che ha sempre creduto in me”.

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