20 Aprile, 2024

Il portale podistico
Lo stretching analitico

Lo stretching analitico

Lo stretching analitico compensato agisce sul singolo muscolo senza tenere conto dell’intero sistema delle catene, dando la possibilità al corpo di creare compensi. Se si allunga un anello della catena il resto di essa si accorcia. Quando si termina lo stiramento, l’intero sistema ripristina le vecchie informazioni e schemi. Se si crea una nuova informazione che non coinvolga all’unisono l’intero sistema muscolo-scheletrico, questa non verrà integrata, perché destabilizzerà quelle parti del sistema che non sono state informate. Il sistema, ritenendo l’ultima informazione non integrata nel sistema centrale, quindi estranea, rigetterà l’informazione stessa. Così dopo

qualche ora o giorno la postura e le tensioni saranno tornati alle origini
L’allungamento globale decompensato

L’allungamento globale decompensato invece agisce sull’intera catena muscolare, evita i compensi e offre la possibilità di modificare permanentemente le vecchie informazioni che alterano il sistema posturale. Il modo corretto di agire è aiutare lo sportivo troppo “compresso” o comunque il soggetto che deve recuperare elasticità, equilibrio bio-meccanico e morfologico con un lavoro che lo conduca ad individuare gli automatismi che lo hanno alterato e a sostituirli con dei nuovi movimenti coscienti. Durante un lavoro lento, associato ad una respirazione diaframmatica, partendo da posture scientificamente mirate per evitare i compensi, il soggetto va reso cosciente di come compiere un movimento corretto in modo da creargliene la giusta immagine mentale. Quando una persona ha una propriocettività falsata e fa movimento o ginnastica nel modo standardizzato, non farà altro che aggravarla, senza mai migliorarla; se per esempio volesse potenziare un ginocchio che si trova fuori asse, potenzierà solo il suo problema. La tecnica, quindi, deve mettere in tensione le catene muscolari, fasciali e connettivali nel loro insieme. L’esecuzione deve favorire il gioco degli eso e degli endorecettori e permettere così al sistema di riprogrammare gli schemi. Gli esercizi non devono essere meccanici ma devono mirare alla fissazione corticale degli atteggiamenti corretti, attraverso l’attenzione interiorizzata, per ridurre o eliminare i compensi che il corpo mette in atto, durante il lavoro, per sfuggire al disagio della trazione. La postura corretta e decompensata deve essere associata alla respirazione diaframmatica e deve essere mantenuta almeno 90”. Durante il mantenimento di tale postura, i tessuti retratti, verranno sollecitati a lasciare le tensioni e tornare come in origine. La postura sarà più disponibile così a migliorare.
Durante il lavoro di allungamento bisogna adeguare l’intensità di trazione delle catene muscolari al livello di deformabilità mio-fasciale e articolare del soggetto, evitando così che tale sistema entri in crisi. Attraverso un’allungamento muscolare globale, con il ricorso alle Posture Mézières e ad un lavoro motorio attivo, si interviene nel rapporto causa-distanza-effetto, che ha determinato resistenze all’allungamento, limitazioni e alterazioni funzionali, per ricondurre il soggetto ad una corretta e bilanciata postura e ad una maggiore escursione articolare. La nostra struttura ossea non dovrebbe essere soggetta alle retrazioni muscolari, ma, al contrario, dovrebbe subordinare alle sue capacità le strutture muscolo-legamentose che la rivestono.
La salute è il risultato della forma perfetta (F.Mézières), non c’e’ un funzionamento corretto senza una forma perfetta.

Conclusioni
Non è raro vedere atleti di alto livello che ad un certo punto della carriera sportiva non riescono più a raggiungere la performance desiderata a causa di rigidità, blocchi o limitazioni funzionali. Numerosi studi scientifici ci aiutano a capire che la ricerca del risultato ad ogni costo con allenamenti troppo intensi e ipermuscolarizzanti, e l’ impegno esclusivo di alcuni distretti o catene muscolari, a causa della ripetitività del gesto sportivo, finiscono per iperprogrammare alcune catene muscolari, a discapito di altre, che vengono invece indebolite. L’impegno non equilibrato di muscoli e articolazioni porta dismetrie, torsioni, compensi e alterazioni posturali. Ogni sport finisce quindi per “scolpire” il proprio atleta.
Da questa consapevolezza è nata la necessità di affiancare ogni allenamento specifico con un lavoro di allungamento globale decompensato, al fine di prevenire gli squilibri posturali che ne deriverebbero.
Bibliografia

B. Bricot, “La riprogrammazione posturale globale”- Statipro
L. Busquet, “Le catene muscolari, Vol. I, II, III, IV”-Editore Marrapese
Ph. E. Souchard, “Il diaframma”-Editore Marrapese
Ph. E. Souchard, “Lo stretching globale attivo”-Editore Marrapese
Godelieve Denys-Struyf,” Il manuale del mézièrista, Vol I, Vol II”- Editore Marrapese
Dott. Daniele De Pasquale

Nella foto da dx Sara Scanavini e Stefania Bonzagni

About The Author

Il Portale podistico www.salcus.it nasce con l’intento di diffondere le classifiche e le news podistiche sul web. Run is Life. GP Salcus

Related posts