18 Luglio, 2025

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VERSO LONDRA 2012: LOTTA AL DOPING

VERSO LONDRA 2012: LOTTA AL DOPING

A sette mesi circa dall’inizio dell’Olimpiade di Londra sono stati ufficialmente presentati i laboratori simbolo di una battaglia al doping che si preannuncia accuratissima, dove verranno effettuate le analisi sugli atleti. La loro estensione è paragonabile a sette campi da tennis e gli scienziati preposti saranno oltre 150, con una previsione di analisi su oltre 6500 campioni e con risultati che dovrebbero essere noti nell’arco di ventiquattr’ore. Il professore David Cowan, coordinatore di tali laboratori, ha assicurato velocità, efficienza e correttezza, affermando che i giochi londinesi saranno un esempio in questa battaglia che sembra essere senza fine.Ovviamente, come del resto accadde già a Beijing quattro anni or sono, non ci si limiterà agli atleti medagliati, ma verranno presi in considerazione finalisti e non, oltre ad atleti sospetti e dal passato non irreprensibile; inoltre un quinto dei test riguarderà il cosiddetto doping ematico. Come detto si tratta di una battaglia difficile e problematica e le notizie giunte in questi giorni dalla cittadina tedesca di Erfurt ne sarebbero la triste conferma. Al centro di tale vicenda, tutta da chiarire e da sviluppare, sarebbero un medico, una

pattinatrice e forse altri sportivi. In questo caso si tratterebbe il sangue con dei raggi ultravioletti. In vista delle competizioni all’atleta viene prelevata una sacca di sangue(circa 300-400 cc).Tale sacca, successivamente, viene collegata attraverso un tubo ad una macchina, dopodichè inizia il “trattamento”. Il sangue, per circa un quarto d’ora, viene esposto alla luce ultravioletta che stimolerebbe le proteine del sangue producendo un effetto benefico sul sistema immunitario; come conseguenza una migliore ossigenazione nei muscoli. Infine il sangue “trattato” viene reinfuso nell’atleta.
Si tratta di una pratica già conosciuta negli anni ’70, vietata dal Codice Mondiale Antidoping della Wada che punisce qualsivoglia manipolazione sanguigna e che richiama alla mente scandali recenti. Ovviamente il pensiero corre all’intricata vicenda, deflagrata in Spagna nel 2006 e denominata “Operacion Puerto”, che vedeva al centro l’ambiguo medico Eufemiano Fuentes con le sue 200 ed oltre sacche di sangue “pulite”, congelate e riutilizzate; una storia nella quale sono rimaste inquietanti zone d’ombre e che ha avuto recentemente una sorta di “replica” con la cosiddetta “Operacion Galgo”, con il coinvolgimento di atleti iberici di primissimo piano.
Anche se illustri ematologi hanno espresso dei dubbi sul legare tale pratica al doping ematico classico, che viceversa andrebbe verso il campo dell’ozonoterapia; di fatto una maniera di lavorare sul sangue senza troppe basi scientifiche, le vicende tedesche sono il primo inquietante “allarme-doping”dell’anno olimpico  appena iniziato.

Scritto da Davide Cartesegna

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