02 Maggio, 2024

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Giuseppe e Nicola alla VeniceMarathon

Giuseppe e Nicola alla VeniceMarathon

Luca Poletto ci segnala la buona prestazione del nostro portacolori Giuseppe Presti (nella foto) alla maratona di Venezia (sua prima maratona) che chiude in  2381 posizione assoluta (541 di categoria MM40) con il tempo di 3.49.50. (real time 3.49.06). Presente anche Nicola Lunardi MM45 che chiude con un ottimo 3.19.53 (real time3.18.55) 687 assoluto (131 di categoria).  E’ l’etiope Aredo Tolesa Tadese (2h09:13) il vincitore della XXVI VeniceMarathon che, al femminile, ha avuto la sua protagonista assoluta nella keniana Helena Kirop che, chiudendo in 2h23:37, ha demolito il personale e il record della corsa (2h27:02 della connazionale Lenah Cheruiyot nel 2008). Battuti ed entrambi secondi i leader della passata edizione, il keniano Simon Mukun (2h19:19) e l’etiope Makda Haji (2h27:30). Solo Etiopia, invece, sul terzo gradino del podio dove salgono Debebe Wolde (2h09:57) e Fantu Jimma (2h30:25). Settimo e primo degli italiani il carabiniere Danilo Goffi, 2h14:41. Per oltre 7000 runners è stata una giornata di corsa lunga 42,195 km, resa ancora più speciale dal suggestivo passaggio in Piazza San Marco, e in cui ha lasciato il segno anche Alex Zanardi. L’ex pilota di Formula 1, fuori gara, ha trainato per l’intero percorso con la sua handbike la carrozzina dell’amico Francesco Canali, ammalato dal 2005 di SLA (Sclerosi Laterale Amiotrofica).
 LA CRONACA – Una fresca giornata di sole fa da sfondo alla maratona della città sull’acqua,

 evento che può fregiarsi anche del prestigioso IAAF Road Race Silver Label. Il serpentone si mette in moto dalla settecentesca Villa Pisani di Stra. Passano appena 5km (15:11) e puntualmente si va definendo il gruppo dei battistrada, una dozzina in tutto, con l’ucraino Vasyl Matviychuk a pilotare una nutrita pattuglia di africani tallonati da Danilo Goffi. Non cambiano le cose al 10° km (30:21), ma il carabiniere lombardo inizia a perdere aderenza dalla testa della gara (30:57). Al giro di boa di Marghera, Matviychuk si ferma (01:04:17), mentre davanti continua il suo lavoro da pacemaker il keniano Kipchumba Rutto che traghetta fino al 30° chilometro (1h31:31) il connazionale e vincitore 2010 Simon Kumun affiancato dagli etiopi Debebe Wolde e Aredo Tolesa Tadese. Sempre più staccato Goffi che, ormai solo in decima posizione, transita a Parco San Giuliano in 1h34:59 (1h06:22 alla Mezza). Cinquemila metri dopo, sul Ponte della Libertà è proprio il terzetto Tadese-Wolde-Mukun ad aver preso il largo (1h47:03). La svolta negli ultimi due chilometri, nell’atteso passaggio in Piazza San Marco, dove Tadese si sgancia da Mukun e corre da solo al traguardo di Riva Sette Martiri. L’etiope – già vincitore delle maratone di Firenze 2010 e Padova 2011 – chiude in 2h09:13 negando il bis in laguna al keniano Mukun, sette secondi più indietro (2h09:20). Terzo l’altro etiope Wolde (2h09:56), mentre Goffi finisce settimo in 2h14:41.

Dal primo all’ultimo metro della gara femminile c’è, invece, un solo nome al comando, quello della keniana Helena Kirop. La 35enne nativa di Kapenguria nella Rift Valley, viene affiancata a lungo dalle etiopi Makda Haji – che a Venezia aveva vinto l’anno scorso – ed Fantu Jimma. Passata a metà gara in 1h12:11, la Kirop inizia la sua fuga tra il 25° e il 30° km dove giunge in 1h42:13, con 22 secondi di vantaggio sulla Haji (1h42:35) e 35 sulla Jimma (1h43:48). Un margine a cui la keniana nei chilometri successivi darà ancora ulteriore consistenza fino alla linea di arrivo dove ferma il cronometro a 2h23:37. E’ il nuovo primato femminile della Venicemarathon, meglio del 2h27:02 stabilito nel 2008 dalla connazionale Lenah Cheruiyot. La Kirop che è anche mamma di due bambini, prima di oggi sui 42,195 km vantava un personale di 2h24:54 corso a Dubai un anno fa, stessa stagione del suo successo alla maratona di Praga (2h25:29).  

Nella gara riservata ai disabili vittoria di Orazio Fagone che con la sua handbike si è presentato in Riva Sette Martiri nel tempo di 1h20:54. Realizzata anche la bella impresa di Alex Zanardi che ha trainato per tutta la maratona la carrozzina dell’amico Francesco Canali malato di SLA, scendendo dalla sua handbike e spingendola personalmente a pochi metri dal traguardo

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